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Ecco le cose giuste e sbagliate che i genitori fanno per la sicurezza Internet dei propri figli

Samanta Fumagalli

12.04.19 4 minuti di lettura

Quando si tratta di assicurare che i bambini stiano al sicuro online, i genitori hanno già un buon modello da seguire.

La sicurezza su Internet parte dal dialogo con i propri figli in merito al modo in cui devono usare il web e i social media; puoi usare parallelismi con la vita reale e spiegare loro che serve la stessa la cautela che bisognerebbe avere con degli sconosciuti,” spiega Tom Gaffney, Principal Consultant di F-Secure.

Chiedere ai bambini dove stanno andando, con chi sono in giro e cosa li sta trattenendo dal tornare a casa sono aspetti tipici della genitorialità. Comportarsi allo stesso modo con l’attività online dei figli è fondamentale per aiutarli ad agire in modo sicuro. E la buona notizia è che molti genitori sembrano ottenere proprio questo risultato, secondo un sondaggio su Twitter che F-Secure ha condotto durante il Safer Internet Day.

Genitori e figli si parlano

Dal sondaggio è emerso che 3 su 4 genitori hanno parlato con i loro figli delle minacce informatiche o del cyberbullismo, e più di un terzo ha dichiarato di farlo “regolarmente”. Un altro 8% ha detto che avrebbe discusso di queste minacce se avesse saputo come farlo.

Anche se la maggior parte dei genitori d’oggi è cresciuta con il web, non è però cresciuta in un mondo in cui è quasi impossibile separare esistenza online e offline.

Anche molti adolescenti si preoccupano di quanto tempo della loro vita trascorrono fissando lo schermo. Lo scorso anno Pew ha rilevato che il 90% degi adolescenti, in età compresa tra i 13 e i 17 anni, ha dichiarato che passare troppo tempo online è un problema per i ragazzi della loro età. La verità è che quando i bambini diventano adolescenti – e riferiscono di trascorrere in media 9 ore al giorno online – è molto più difficile esercitare un controllo sull’attività online, soprattutto senza una storia alle spalle di conversazioni con loro sulla sicurezza online.

Ecco perché Tom raccomanda ai genitori di familiarizzare con le guide presenti sul sito InternetMatters.org. In questo modo potranno sentirsi preparati per parlare ai propri figli non appena i bambini inizieranno ad avventurarsi fuori da semplici giochi e app.

Un’altra area in cui i genitori sembrano agire bene nel sondaggio di F-Secure sono le password, con 7 genitori su 10 che riferiscono di aver parlato ai loro figli dell’importanza di password forti e uniche. E quasi 6 su 10 (il 59%) mettono dei limiti sul tempo di attività davanti agli schermi dei loro figli.

Ma la conversazione deve continuare

Da qui in avanti, i risultati del sondaggio non sono stati così incoraggianti.
I genitori si sono divisi esattamente a metà quando è stato chiesto se avessero mai parlato con i loro figli di qualcosa che li disturbava e li infastidiva online. Se sei un adulto, raramente riesci a superare la giornata senza incontrare qualcosa di inquietante su Internet. Quindi, se il tuo bambino non ha sollevato problemi su qualcosa che lui o lei ha visto online, questo ti deve far insospettire che lui o lei non ti stia parlando di ciò che vede online.

Infine, solo il 31% dei genitori ha riferito di usare il parental control. Questo dato diventa più incoraggiante se si aggiunge il 20% che afferma di aver intenzione di utilizzare questi strumenti.

Qualcuno potrebbe pensare che F-Secure sia di parte nell’affermare quanto sopra, perché la sua soluzione F-Secure TOTAL include la potente funzione Regole della Famiglia, che aiuta i genitori a stabilire dei limiti sull’attività online dei bambini come avviene nel mondo reale. Ma la verità è che proteggere il tuo bambino online è molto più difficile senza un piccolo aiuto tecnologico.

YouTube mostra perché costruire la fiducia conta

Anche se non si utilizza il parental control, occorre prendere in considerazione di assumere un ruolo attivo nello stabilire i siti e le app che il bambino dovrebbe utilizzare. YouTube, in particolare, è un sito che i genitori dovrebbero monitorare.

Quando i miei figli erano più giovani, bloccavo l’accesso a YouTube sui loro dispositivi e permettevo loro di accedervi solo quando ero vicino a loro”, ha confidato Tom. “Lo guardavo insieme a loro e chiedevo di non cliccare su nessun link senza prima mostrarmelo.”

Per fortuna, crescere un bambino nel mondo virtuale non è molto diverso dal crescerlo nel mondo reale. Ci sono solo più opzioni. Potresti partire da questa considerazione, che mettere un bambino su YouTube senza supervisione è come metterlo in un cinema multisala. Se al cinema ci sono alcuni nuovi film per ogni settimana, su YouTube devi considerare che in ogni minuto vengono aggiunte 300 ore di video.

Tenere d’occhio tutto è impossibile. Ma puoi iniziare a dialogare con tuo figlio su cosa cercare online. Se lo fai bene, i tuoi figli impareranno a mantenere attive queste conversazioni anche in futuro.

Samanta Fumagalli

12.04.19 4 minuti di lettura

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