Problemi di privacy per Pokémon Go? Non più che per altre app
Era da molto tempo che un’app non esplodeva così velocemente – forse non è mai accaduto.
Un gioco di “realtà aumentata” che combina il geocaching con uno dei giochi preferiti dai bambini negli anni ‘90 e 2000: ecco cos’è Pokémon Go che in questi ultimi giorni sta tagliando il traguardo dei 10 milioni di download. E sui social media non puoi non imbatterti in qualcuno che si vanta di aver preso un raro Bulbasaur o in qualcun altro che chiede una spiegazione del fenomeno.
Qualche giorno fa sono apparse diverse storie che ponevano l’accento sui rischi per la privacy connessi con questo gioco, così abbiamo deciso di chiedere un parere a Sean Sullivan, Security Advisor di F-Secure, che ha fornito buone notizie: questi allarmismi sui rischi per la privacy sono esagerati.
Vediamo la questione nel dettaglio.
Hai per caso sentito della rapina fatta ad alcuni giocatori di Pokémon Go messa in atto da ladri che li hanno attirati a una PokéStop?
“La storia della rapina è un’assurdità esagerata, ma la stampa non resiste alla tentazione di raccontarla,” ha spiegato Sean.
Se sei realmente preoccupato, cerca di non recarti in posti isolati, di notte, e muoviti insieme ad altri fan di Pokémon, così sarà anche più divertente.
Cosa dire di Niantic, società di sviluppo software americana che ha sviluppato Pokémon Go, e che inizialmente quando ha lanciato l’app per un errore tecnico finiva con il chiedere accesso completo (solo su iOS) al tuo account Google (che necessariamente devi creare per il gioco) e col raccogliere “il tuo indirizzo email, il tuo indirizzo IP, la pagina web che stavi usando prima di loggarti a Pokémon Go, il tuo nome utente e la tua posizione?”
Sembra una cosa orribile, vero? Forse. Ma, come sottolinea Sean, “è tipico della maggior parte delle app.”
Niantic l’11 luglio ha ammesso comunque che si è trattato di un errore fatto in buona fede e che Pokémon Go accede solo al nome utente e all’email e “nessun’altra informazione è stata presa o messa da parte”. Ne è emerso alla fine che il produttore non è mai stato in grado di leggere Gmail e che i permessi hanno più a che fare con le impostazioni di Google che non con quelle di Niantic.
Comunque sia, ancora una volta, come al solito, dovresti verificare le tue impostazioni sulla privacy. Inoltre, per giocare, potresti creare un account Google separato che non sia connesso con la tua posta Gmail, come spiegano dai Laboratori F-Secure.
Sì, i criminali stanno cogliendo vantaggi dalla popolarità di quest’app e degli standard di sicurezza di Lazer di Android — almeno se paragonato all’App Store iOS — per diffondere versioni fasulle con “backdoor” dell’app.
Ma questo vale anche per molte altre app popolari di Android, e questo è il motivo per cui dovresti sempre utilizzare gli app store ufficiali e verificare le recensioni prima di scaricare qualsiasi app.
Sean è un noto fan di Nintendo, che detiene il brand Pokémon, quindi potrebbe essere un po’ di parte. Ma per ora, Sean ha solo buone notizie da dare.
Dato il successo di questa app, sentirai diverse storie che gettano sospetti sia sull’app che sui giocatori. E, naturalmente, verranno messi in pista metodi per trarre ulteriori soldi dall’app. I giocatori possono già comprare item virtuali per velocizzare i loro progressi, ma la realtà aumentata presenta opportunità di advertising uniche.
Secondo il New York Times “la natura da ‘mondo reale’ del gioco offre a Niantic un’altra intrigante possibilità di fare soldi, tra cui coinvolgere ristoranti, bar, e altre tipologie di negozi che pagando possono diventare location sponsorizzate nel gioco dove la gente è motivata ad andare a raccogliere il bottino virtuale”.
Queste partnership potrebbero innescare nuove preoccupazioni circa la condivisione di dati di localizzazione dei giocatori con i partner pubblicitari. Ma per ora la gente sembra più interessata ad uscire all’aperto e far sapere che sta giocando a Pokémon Go.
Se il successo di Pokémon Go può sembrare straordinario, le preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza sono invece tipiche di qualsiasi app ben nota.
[Immagine di Noah Cloud | Flickr]
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